Per età evolutiva si intende la fascia di età che va dai 3 anni ai 18, dall’infanzia cioè all’adolescenza. Durante questo percorso di crescita avvengono numerosi ed importanti cambiamenti, fisici, comportamentali, affettivi ed emotivi.
L’inserimento nella scuola, l’integrazione con i coetanei, l’apprendimento delle regole sociali dello stare in gruppo, il cambiamento del corpo, la nascita di un fratellino o di una sorellina, sono solo alcune delle importanti tappe che il bambino o l’adolescente si trova ad affrontare e non è raro che, durante tali esperienze, possano sorgere delle difficoltà dando luogo a momenti di disagio emotivo e comportamentale.
Per qualcuno questo può essere faticoso o addirittura fonte di sofferenza: in questi casi il bambino può cominciare a manifestare segni di disagio. Questo disagio spesso non può essere espresso verbalmente e si manifesta prevalentemente a livello comportamentale, corporeo ed emotivo. È importante riuscire a riconoscere i segnali di disagio del bambino per poter intervenire nel modo più appropriato e tempestivo.
Per questo è importante prestare a attenzione e cogliere eventuali segni di difficoltà che il soggetto presenta, al fine di prevenire la strutturazione di una patologia o di un disturbo più serio.
Alcuni segnali di difficoltà possono essere, ad esempio, una riduzione del peso corporeo, un declino nel rendimento scolastico, una difficoltà nelle relazioni sociali, un comportamento oppositivo e provocatorio, episodi di enuresi.
Tuttavia, è importante considerare che alcune manifestazioni emozionali e comportamentali possono essere transitorie e dipendenti dal contesto o da particolari contingenze e possono essere affrontate e superate nel rapporto con i genitori e/o con le principali figure di riferimento del minore. A volte però le difficoltà sono più importanti e non trovano una soluzione all’interno del contesto in cui il bambino e l’adolescente vive nonostante gli interventi messi in atto. Se le difficoltà persistono nel tempo potrebbero influire su uno sviluppo armonioso della personalità del minore che potrebbe diventare un adulto con difficoltà.
In questi casi è necessario rivolgersi ad uno specialista che inizierà con una valutazione psicologica per poi pianificare l’intervento che potrebbe coinvolgere solo i genitori, solo il minore o entrambi in un percorso che mira al raggiungimento del benessere psicologico e fisico di tutta la famiglia.
Laddove il bambino manifesti disagio nell’affrontare situazioni a forte impatto emotivo (separazione dei genitori, inserimento scolastico, difficoltà relazionali ecc.) può essere utile un lavoro di sostegno psicologico con l’obiettivo di accompagnare lui e la sua famiglia nel momento della difficoltà; qualora, invece, il disagio si trasformi in un disturbo significativo, l’intervento elettivo per alleviare la sofferenza e ridurre i sintomi è la psicoterapia specifica per l’età evolutiva.