Psicologia dell'età Evolutiva

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L’adolescenza è una fase molto delicata della vita e, tra l’altro, è anche il periodo in cui i giovani raggiungono una certa maturità sessuale. Parlare di sesso in famiglia non è particolarmente facile sia per i figli - che spesso si rivolgono ad altre fonti - che per i genitori, i quali molte volte tendono ad affidare al caso la conoscenza di questi argomenti.

È importante abituare i ragazzi a parlare con sincerità e soprattutto ascoltare ciò che hanno da dire, senza mostrare possessività o “scandalo”. Un atteggiamento reticente potrebbe spaventarli e indurli a tacere o peggio ancora a mentire. È opportuno, dunque, cercare di instaurare un rapporto di fiducia con gli adolescenti e, quando si affronta l’argomento “sesso”, favorire un clima di serenità e comprensione, in modo che trattarlo diventi più facile.

L'adolescenza è il periodo in cui i giovani acquisiscono la completa maturità sessuale passando dalla semplice capacità procreativa alla piena consapevolezza della propria sessualità. Questo passaggio è profondamente influenzato dal contesto culturale e sociale in cui vive il giovane. Diversi modelli culturali, sociali e religiosi causano nei giovani rilevanti differenze di comportamento a parità di sviluppo fisiologico.

Il giovane, passando dal controllo parentale all'adattamento sociale, deve costruirsi i propri modelli di comportamento, anche sessuale, mediando tra i modelli trasmessi dai genitori e quelli del contesto sociale in cui si trova a vivere.

Gli adolescenti avvertono il bisogno di segnare il passaggio alla vita adulta anche attraverso il sesso: occorre prenderne atto. Negare a se stessi che i propri figli possano fare sesso, sebbene si reputi che non abbiano ancora raggiunto quella che sia l’età giusta, comporta solo che potrebbero farlo di nascosto e senza i consigli che invece potrebbero essere utilissimi, magari anche soltanto per evitare condizioni pericolose.

Oggi sono sempre più frequenti le storie di ragazzine che usano il proprio corpo come un oggetto, che hanno rapporti sessuali molto precoci con i loro coetanei o con ragazzi più grandi, conosciuti magari su facebook, o che ancora in taluni casi arrivano a prostituirsi in cambio di denaro o di altre remunerazioni (ricariche di cellulari, vestiti, monili, ecc..).

A differenza anche solo di 10 anni fa, le ragazze oggi hanno una pubertà molto precoce, uno sviluppo fisico molto più rapido, pur mantenendo una immaturità psicologica ed affettiva tipica dell’età. Ciò le espone a ricercare vicinanze sessuali con coetanei ma anche uomini più grandi rispondendo ad istanze sul piano fisico, rimanendo però non in grado di soppesare adeguatamente sul piano psico-affettivo conseguenze e coinvolgimenti.

Tramite un accesso quasi illimitato ad internet, tutti i ragazzi oggi sono esposti senza filtri ad una possibilità quasi infinita di fruire di svariati tipi di informazioni (comprese quelle sessuali) e di poter creare, senza un reale controllo, contenuti (anche a carattere erotico) poi condivisi online. A causa di una sempre più esasperata spinta a “mostrarsi” ad un pubblico solo in parte conosciuto (per i giovanissimi gli “amici” di facebook per esempio solo in una bassa percentuale sono anche “veri” amici, conosciuti di persona) anche la dimensione sentimentale e sessuale viene spogliata degli aspetti più “segreti”, simbolici e affettivi, per appiattirsi invece su un piano troppo spesso materiale ed acritico, legato più all’azione e all’esibizione, che al pensiero e al desiderio. Il “diario segreto” tende a scomparire tra le adolescenti, mentre è il desiderio di “condividere” ogni momento ed ogni esperienza con “tutti” (purtroppo anche quelle più intime) ciò che sembra guidare le scelte elaborative di tantissimi giovani e giovanissimi.

Nella società attuale la fatica, l’impegno, la disciplina, la solidarietà sembrano valori sempre più da rifuggire, perché da ”perdenti”. Ci troviamo infatti a vivere in un contesto socio-culturale che tende a promuovere come valori “vincenti”: il guadagno facile, la capacità di emergere ed imporsi all’attenzione dell’altro senza faticare, in modo rapido, o senza impegnarsi per costruirsi una specifica competenza in un qualche campo. Ciò porta soprattutto i giovanissimi ad immaginarsi come persone “grandi” e di successo solo se in grado di “arrivare in fretta”, di “sfruttare” le occasioni, la società e/o gli sforzi degli altri.

Oggi sia per il consolidarsi di un modello culturale sbilanciato sull’individualismo e l’edonismo (in antitesi alla partecipazione e al sacrificio per gli altri), sia per una progressiva perdita di forza e autorevolezza delle famiglie stesse nel dialogo con i figli, le famiglie sono sempre più inermi e non adeguatamente incisive di fronte ai cambiamenti e alle sfide attuali: le famiglie oggi, quando esistono ancora e quando non sono in aperto conflitto, risultano troppo sole, “deboli” e confuse per aiutare in modo concreto e non rigido, caldo, accogliente ma non “amicale” questi giovanissimi nell’affrontare le difficoltà e le insidie presenti nella complessa società nella quale viviamo.

La famiglia deve ritrovare il coraggio di porsi come un punto di riferimento, deve tornare ad essere un luogo di accoglienza ma anche di contenimento e di regole, di dialogo ma anche di protezione, di filtro e di elaborazione rispetto a quanto accade “all’esterno”.

La famiglia deve tornare ad essere il luogo della definizione di cosa è giusto e di cosa non lo è, di cosa significano rispetto di sé e disciplina, pur accettando i rispettivi punti di vista e negoziando le rispettive (magari anche per alcuni versi opposte) esigenze ed aspettative.

Se è innegabile che gli adolescenti non amano norme e divieti perentori, è altrettanto innegabile che hanno bisogno di punti fermi, di regole chiare e ragionevoli; e anche un po’ di severità, sia pure senza gli eccessi del passato, serve a far loro distinguere che cosa è effettivamente importante per la loro vita e il loro futuro. 

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